Agorà sull'educazione...

RIFLESSIONI SUL TEMA DELLL’EDUCAZIONE 

DEGLI ADULTI OGGI

 

 

Documento del Consiglio nazionale M.A.S.C.I.  per le Comunità 

e per le Associazioni che condividono il tema dell’Agorà

1)     IL PERCORSO DEL MOVIMENTO VERSO LA COMPRENSIONE DEL TEMA “EDUCAZIONE PERMANENTE DEGLI ADULTI”.

 

Il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) ha programmato per il 16-18 Ottobre un incontro nazionale sui temi dell’educazione degli adulti, coinvolgendo nel cammino di preparazione anche altre realtà associative scout e non, movimenti ecclesiali e laici, centri studio, per prendere maggiore consapevolezza del tema; nonché per fare rete con le realtà che hanno a cuore l’educazione quale percorso importante della vita anche oltre l’età della maturità, convinti che “l’educazione non finisce mai”.

 

Il Masci ha da sempre, quale scopo e missione, l’educazione permanente degli adulti e pone, non solo da oggi, il tema dell’educazione degli stessi come elemento qualificante per la costruzione di una società più giusta e pacifica e per la stessa comunità ecclesiale di credenti.

 

La chiara definizione e comprensione della missione dell’educazione permanente degli adulti che si manifesta oggi come appropriata, è stata oggetto di un percorso di approfondimento ed una  progressiva riflessione sul tema fin dalle nostre origini.

 

Già Mario Mazza - – primo Presidente Masci riteneva La Partenza (tappa finale dell’educazione nello scautismo giovanile ) un inizio per il giovane e non il raggiungimento dell’uomo finito, e Paolo VI nell’udienza congiunta al Masci e all’ASCI del 1965 sottolineava “l’importanza dell’educazione non solo per i giovani, ma per tutti.”

 

Il concetto di Educazione Permanente si fonda nella scelta culturale ed antropologica del personalismo comunitario cui il Masci aderisce fin dal suo inizio, mettendo al centro sempre l’interezza della persona umana. Esso nasce nel 1967 nell’incontro a Roma di tutti i Magister “la pedagogia scout si fonda sullo stile e sul metodo dell’educazione  permanente”, si sviluppa nel 9° Assemblea Nazionale di Verona del 1970 ove si ribadisce che l’educazione e la formazione dell’uomo non hanno limiti di tempo,  ma “partono da un respon sabile atteggiamento personale e comunitario di ricerca, hanno come obiettivo la formazione totale ed armonica dell’uomo, sono coeducazione, ovvero azione educativa reciproca tra più persone di tutti e due i sessi”.

 

L’Assemblea Nazionale conclude che le comunità devono programmare le attività in modo da promuovere la crescita armoniosa delle diverse sfere della persona…. E finalizzare le attività di educazione permanente anche in funzione del servizio”.

 

Nei primi anni ’70 si prende coscienza dell’importanza dell’educazione degli adulti: nascono i seminari di animazione  “su tematiche formative” per scambi di idee ed esperienze e di approfondimenti metodologici: “cerchiamo di costruire una nuova metodologia dello scautismo degli adulti” per attuare “programmi di educazione permanente per gli adulti e ravvivare la vita delle comunità che spesso languiscono.” e soprattutto si approva il primo Patto Comunitario  per “vivere i valori della legge e della promessa da adulti scout”.

 

Lo scautismo del Masci, come metodo educativo, non può che essere fedele alla sua identità educativa e non solo alla necessità formativa, declinando percorsi e significati anche per l’età adulta, mettendone in evidenza ambiti di applicazione che ne costituiscono il metodo e la costante attualizzazione per generazioni già introdotte nella vita sociale matura.

 

Negli anni’ 80 si sviluppa il discorso sul metodo “la strada metodo comunitario per il MASCI, come? e si istituisce un nuovo settore associativo proprio sull’educazione permanente.  E’ con i Convegni di Milano del 1989 “educazione permanente in età adulta tra profezia e progetto”  e nel 1991 di Pompei “il metodo dello scautismo in età adulta, dal perché al come” che si chiariscono con più precisione i percorsi di formazione e di educazione:  la formazione produce conoscenza e competenza (saper fare), mentre l‘educazione realizza percorsi esperienziali di situazioni e valori vissuti che, attraverso l’interiorizzazione nei comportamenti, conducono alla scelta di valori per un personale progetto di vita (saper essere). 

 

Il percorso che ha portato il movimento alla definitiva scelta della missione dell’educazione degli adulti non è stato sempre compreso, sia all’interno del movimento che dalle altre associazioni impegnate in ambiti educativi. Lo ricordava lo stesso card. Martini nel 1989: “Occorre tenere presente una diffusa resistenza psicologica e culturale: la presunzione degli adulti di non aver bisogno di cammini educativi. Per la comunità ecclesiale distrarsi dagli adulti può far emergere una condizione ecclesiale di grave fragilità”.

 

Con la fine degli anni ’90 si considera quale patrimonio  acquisito nel Movimento il tema dell’educazione permanente e si punta molto di più sulla formazione. Il nuovo Patto comunitario assume come metodo il concetto di  “Fare strada”, metafora della crescita personale e comunitaria, che percorre il Cuore ( Famiglia, Ecclesialità) , il Creato ( Natura ed Ambiente ), la Città ( Politica e mondialità).

L’opzione educativa, tuttavia, non intende sminuire il valore e la necessità di una formazione continua, alla quale nessuno può rinunciare per dare consistenza ed alimento ai momenti di discernimento che consentono di realizzare i doverosi salti di qualità nella realizzazione di ciascun “progetto di vita” individuale o comunitario. La formazione continua, inoltre, non deve essere intesa come fattore che può indurre a farci sentire inadeguati al nostro compito o incapaci di una scelta definitiva. Il Masci contempla nel proprio metodo educativo la formazione continua come strumento privilegiato di crescita personale per adulti, di conoscenza dei segni dei tempi e di relazione con il solo Maestro e la sua Parola, finalizzata all’“estote parati” (motto scout per eccellenza) che in ogni momento ci può interpellare.

 

2)     LA SITUAZIONE ATTUALE E PROSPETTIVA EDUCATIVA DEGLI ADULTI.

E’ nostra opinione che il tema educativo degli adulti, nel contesto culturale e sociale attuale, abbia assunto una notevole importanza in quanto rileviamo che gli adulti esprimano una palese tendenza a sfuggire al loro compito, a non attribuire sufficiente dignità alla condizione di adulti favorendo pertanto la tendenza di dare credito al valore del relativo e del provvisorio.

Riteniamo che la nostra missione dell’educazione permanente trovi oggi il compito difficile, ma necessario, di richiamare gli adulti all’ambizione di essere tali assumendosi il loro compito sociale ed educativo, di saper provvedere agli altri oltre che a se stessi.

Infatti, l'età adulta è la stagione per eccellenza in cui dare significati al vissuto, sperimentare lo spessore dell'esistenza e per attuare il rapporto concreto tra la ricchezza della fede e l'esperienza storica, culturale e civile. 

 

Tale considerazione trova giustificazione nella situazione storica attuale che si caratterizza per un cambiamento di prospettive culturali e valoriali così radicate e diffuse per cui i temi sia dell’educazione che quello degli adulti richiedono uno spazio per una approfondita riflessione e verifica.

A tal riguardo riteniamo di dovere mettere in evidenza alcune costanti culturali sociali, di carattere generale, a cui ricondurre, pur in sintesi, l’identificazione di valori prioritari largamente condivisi e che meritino una riflessione critica sotto il profilo educativo in quanto generati da adulti e proposti come stili di vita.

La prima costante nonché la più radicata e diffusa, è l’attenzione ed il primato dell’egocentrismo: tutto ruota intorno a Sé!

Il costante richiamo e legittimazione dell’egocentrismo fornisce sostegno all’individualismo etico che giustifica in ogni caso la massima libertà individuale.  L’egocentrismo pone ogni altro come antagonista e concorrente alla propria riuscita. In tale contesto le relazioni, elemento fondante la socialità, sono motivate quali relazioni utilitaristiche, che portino dei benefici e delle azioni di scambio.  L’attenzione al se e l’autoaffermazione, che sono prerogativa e tappa educativa dell’adolescenza e dei giovani, ha invaso tutti gli stadi generazionali, legittimandone il significato ed il valore anche per gli adulti e la società degli adulti.

Ma l’adulto ha tra le sue qualità, in quanto essere umano, quella di tenere al prossimo come a se stesso. Questo obbliga a dare una risposta ai bisogni non solo per se, ma anche per gli altri e quindi favorisce la realizzazione di una comunità sociale che sa condividere il proprio destino. Risulta pertanto fondamentale non rinunciare al compito di adulti, quali consapevoli mediatori di senso e di valori che supportano positivamente l’esperienza della convivenza sociale.

 

La seconda costante, che si avverte come fuorviante rispetto ai valori culturali (laici e religiosi) per una positiva convivenza, è la diffusione dell’Ego politico, sociale ed economico.   

L’esasperata attenzione al se non può che generare e legittimare l’autoaffermazione anche di ambiti sociali più vasti ed istituzionali, come l’economia e la politica.  Infatti, l’economia finanziaria e dei consumi, si basa sull’ottimizzazione del godimento individuale piuttosto che ad una economia più etica e finalizzata al benessere sociale. 

L’uso e l’incremento condiviso dei beni deve essere il principio politico di prosperità della cittadinanza, pertanto si deve generare la consapevolezza e la resistenza all’inganno che è nascosto tra le trame della ricerca della libertà senza guida etica, che nega ogni umanità alle relazioni economiche e si manifesta quale progetto di accumulazione di diritti e benefici economici dalla parte del più forte e non della giustizia sociale.

Una terza costante della cultura attuale è un fenomeno che possiamo definire come “l’indifferenza del benessere”. Ovvero la distanza e la passività verso tutti i valori e tutte le ideologie per conservare la massima attenzione alla cura di se.  Una sorta di cultura dell’immagine e dell’indifferenza sia al divino che all’umano. Una nuova secolarizzazione non ideologica, ma materiale e irrazionale. 

In questa prospettiva comportamentale perdono peso e potere sia i valori religiosi che quelli laici.

 

L’indifferenza e lo svuotamento della ricerca di senso, lascia spazio alla crescita del consumismo. Solo il godimento del possesso di cose (o persone) possono rispondere al bisogno di felicità ed appagamento della cura di se e della propria immagine che in essi si riflette.

 

Altri temi e criticità culturali e valoriali potrebbero essere portati come elemento di discussione, che tuttavia troviamo tra i temi oggetto di riflessione dell’Agorà. I valori religiosi e laici percorrono la stessa strada del rischio di annullamento, di oblio e rimozione quali riferimenti di convivenza e basi su cui costruire il vivere comune, la famiglia, il lavoro, la scuola, la comunicazione, le scelte ambientali-ecologiche e le relazioni nel loro insieme. 

Il diffuso disinteresse verso valori condivisi, crea lo spazio a visioni e prospettive individualistiche che rimuovono il bisogno di elementi comuni e consolidano la distanza tra coscienze e società, tra coscienza e prossimo, anche quello familiarmente più vicino.

Pertanto, risulta fondamentale prendere in considerazione le nuove forme del sapere ed espressioni comunicative che concorrono in maniera decisiva ad alimentare la distanza tra coscienza personale e società ed anche tra coscienza personale e comunità ecclesiale e porsi come antagonisti al pensiero unico di autorealizzazione superando anche l’inerzia propositiva altrettanto generalizzata.

 

3)     DAL CONVEGNO ALLA QUOTIDIANEITA’

La riflessione sui temi sopra citati può dare un importante contributo per definire quale compito spetta a tutti gli adulti, non solo scout, per cercare di riconquistare l’attrattiva per il ruolo di adulti, “secondo una linea di discernimento evangelico, cercando di avere una sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi” (Ev. Gaud. 50). 

Tra essi riteniamo di evidenziare che il luogo di maggiore “contesa educativa” siano i valori sociali diffusi e proposti come stile di vita di riferimento e che vanno a comporre la “cultura della società” o il cosiddetto “mondo reale” di cui siamo parte.

 In questo “luogo” tutti dobbiamo sentire il dovere di sostenere la tensione concreta del dialogo e del discernimento della consapevolezza di cosa è reale ed essenziale.   “…il cosiddetto “mondo reale” degli uomini e del denaro e del potere canticchia allegramente sul bordo di una pozza di paura e rabbia e frustrazione e desiderio e adorazione di sé. “

Si conferma, quindi, che proporci di riflettere sull’educazione degli adulti vuol dire addestrarsi nel quotidiano per cercare i luoghi dove si realizza la vera umanità ed i luoghi dell’azione di Dio, alimentando l’attitudine a decifrare le condizioni della vita reale. Una attitudine non facile che nella vita frenetica non ci viene spontanea, ma può venire coltivata con l’educazione permanente.

Si manifesta, quindi, la missione dell’adulto come colui che sa leggere i fatti e disinnescare gli inganni culturali di oggi; come colui che sa interpretare la realtà e sa “navigare “nel mondo forte della sua capacità di sapersi rendere responsabile degli altri; come colui che aiuta a decifrare la vita reale ed addestrarsi per capire i luoghi della presenza  e dei segni di Dio.

Il Consiglio Nazionale del Masci